Cupcake Club by Roisin Meaney

Cupcake Club by Roisin Meaney

autore:Roisin Meaney [Meaney, Roisin]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Romance, Fiction, Contemporary, General
ISBN: 9788854140639
Google: yVOtc9Iuh5kC
Amazon: 885413967X
editore: Newton Compton
pubblicato: 2012-01-01T23:00:00+00:00


«Be’, adoro le tortine stuzzicanti. Potrei mangiarne al ’infinito».

John si rivolse al bancone e fece un cenno al barman. Poi indicò il bicchiere di Hannah con aria interrogativa, ma lei

scosse il capo. Non voleva rovinare la sua serata libera con una sbornia.

«Come si chiama il tuo negozio?», chiese Wal y.

«Cupcake Club», gli rispose. «È scritto sul fianco del furgone».

«Gial o anche quel o?»

«Ovviamente».

«Bel o», disse lui. «Il gial o è un bel colore per un negozio di cupcake».

«Mi piace la vostra musica», disse Adam a John. «Un buon mix di strumenti». Si guardò intorno. «Non vengono gli altri

due?»

«No», disse John. «Carlos va dritto a casa dal a sua nuova moglie, e Vivienne non è in vena di socializzare dopo una

serata».

Wal y finì la sua acqua frizzante in un lungo sorso. «E dovete scusarmi, ma mi starà aspettando per accompagnarla a

casa. Lieto di avervi conosciuti. Johnny, ci vediamo la prossima settimana». E se ne andò, zigzagando tra i tavoli per

raggiungere il retro del locale.

John si voltò nuovamente verso Hannah. «Al ora, cosa ne pensi del a nostra musica?»

«La adoro. Non avevo idea che fossi un musicista». Era stata troppo frettolosa, nel rispondergli di no. Era davvero un

uomo piuttosto affascinante. Si domandò se le avrebbe chiesto di uscire ancora.

Forse poteva prendere lei l’iniziativa, ma nonostante quelpensiero le fosse balenato in mente, sapeva che non ne

avrebbe mai avuto il coraggio. Non si sarebbe mai sentita così sicura nei confronti degli uomini, non avrebbe mai

immaginato di mettersi nel a vulnerabile posizione di chiedere a qualcuno di uscire e rischiare di ricevere un no come

risposta.

Proprio come aveva fatto lei con John Wyatt. Lo guardò mentre conversava con Adam, una mano appoggiata sul

bancone, il drink nel ’altra. Forse non era troppo tardi: forse poteva provare a incoraggiarlo.

«Ho sempre desiderato imparare a suonare uno strumento», osservò intervenendo in una pausa del a loro

conversazione. «Uno qualunque, non mi dispiacerebbe». Che non era affatto vero, ovviamente: il pensiero di imparare a

suonare uno strumento non l’aveva mai neanche sfiorata, per quanto ricordasse. Non aveva mai premuto un tasto su un

pianoforte, o pizzicato le corde di una chitarra, né tantomeno avvicinato un piffero al e labbra. Ma lui non doveva

necessariamente saperlo.

«Potresti prendere lezioni», disse. «Vivienne è un’insegnante di musica».

«Davvero?», chiese Adam. «Dove insegna?»

«Oh, solo a casa sua, per quanto ne sappia io», gli rispose John. «È molto riservata, e non fa molta pubblicità. In realtà,

è stato Wal y che mi ha detto che fa l’insegnante, non lei».

«Sembra una ragazza un tantino aggressiva», disse Hannah. «Non credo che vorrei prendere lezioni da lei».

John rise. «Non riesco a pensare a nessuna ragazza più mite di Vivienne. È timida come un coniglio. Ed è anche una

musicista profondamente sensibile: quando suona è assolutamente nel suo elemento».

«Potrei prendere io qualche lezione», disse Adam. «Mi piace il clarinetto».

Hannah gemette. «Oh, Dio, a condizione che ti eserciti nel magazzino». Si voltò verso John. «Adam è il mio

coinquilino», spiegò. «Ci conosciamo da sempre». Era abbastanza chiaro che tra loro due non c’era nient’altro?

«E come va il tuo negozio?», chiese John, senza mostrare alcun interesse riguardo al rapporto tra Hannah e Adam.



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